M come Maggio, M come Museo del Libro. La musealizzazione rappresenta forse una delle più importanti pratiche umane legate al concetto di perdita e di memoria: nel momento in cui l’uomo si rende conto che qualcosa di importante possa andare perduto o dimenticato, subentra la necessità di conservarlo così che le generazioni a seguire abbiano la possibilità di godere di quell’elemento alla stessa maniera.
Per quanto riguarda la sfera dei manoscritti e dei testi, biblioteche e archivi erano considerati come simbolo di prestigio, luoghi del sapere in cui ogni conoscenza veniva conservata e tramandata, sebbene l’oggetto della conservazione non fosse tanto il supporto fisico quanto il contenuto teorico in essi impressi.
Maggiore attenzione nei confronti del corpo fisico del libro si riscontra nel tardo medioevo e poi nelle corti europee infervorate dalle ideologie umaniste, le quali ponevano la cultura su un livello tale che fosse necessario conservare le opere dei grandi del passato a fini conservativi ma soprattutto per quelli didattici e divulgativi. Il libro diviene quindi un oggetto di pregio, uno strumento di culturalizzazione e quindi emblema di idee, religioni, sistemi filosofici e politici.
LIBRARIA, nella sua profetica installazione, desidera musealizzare il libro proprio per dare valore, oltre alle ideologie e ai concetti condensati nei testi, anche al godimento estetico che trasforma la carta in un incunabolo di segni e idee grafiche: nell’oscurità, ventre ideale degli archetipi, galleggiano le opere di Botero, Botticelli, Magritte, Antonello da Messina, Anker e Lorenzo Lotto, le quali segnano lo spazio con una muta comunicazione messa in moto dai libri in esse rappresentati. Significati e significanti, forme e aspetti si fondono e si trasformano in un riverbero visivo che da iconografico si intensifica fino a diviene fisico: “La donna che legge” di Botero, culmine della composizione, invade lo spazio di LIBRARIA grazie alla pagine che si materializzano nei vani della parete per divenire parte reale e presente del dialogo emotivo e semantico sussurrato dalle icone nel corso delle epoche.